(fonte Avis Nazionale)
Lombardia, Toscana, Marche, Abruzzo e Puglia. Sono sempre di più le regioni italiane che hanno avviato la sperimentazione con il plasma dei pazienti guariti per curare quelli ancora affetti dal Coronavirus.
Gli ospedali Carlo Poma di Mantova e San Matteo di Pavia sono stati tra i primi centri autorizzati a portare avanti questi esperimenti. Tuttavia dal 15 aprile entrerà nel vivo un progetto di ricerca, presentato da Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia e ASST di Lodi, con il supporto dell’AVIS Regionale Lombardia, che punta a valutare l’efficacia e la sicurezza del trattamento con plasma iperimmune, raccolto da donatori residenti nella medesima area geografica dei pazienti affetti da coronavirus. Un’indagine epidemiologica per la ricerca di anticorpi anti SARS-CoV-2 sui donatori sani del primo focolaio epidemico.
Il progetto prevede una prima fase di screening, con prelievo di sangue, per la ricerca degli anticorpi neutralizzanti dei circa 2500 donatori di sangue abituali, volontari, periodici e residenti nella provincia più interessata dall’epidemia, cioè quella di Lodi. Seguirà poi una seconda fase estesa agli altri centri di raccolta dell’Avis Regionale Lombardia.
Come ha spiegato il presidente di AVIS Nazionale, Gianpietro Briola, «il fatto che molte strutture si stiano attivando per avviare questa sperimentazione rappresenta un passo importante verso nuovi scenari di gestione della pandemia. Un qualcosa che è reso possibile grazie all’impegno e alla generosità di tutti i donatori italiani, sempre attenti alle necessità di chi ha più bisogno, soprattutto in un momento come questo. Come associazione siamo pronti a dare il nostro contributo e a fornire la massima collaborazione per raggiungere insieme un obiettivo che sta a cuore all’intero Paese: uscire il prima possibile da questa emergenza».
Uno studio sperimentale è quello a cui ha dato il via la Regione Toscana, un’iniziativa portata avanti con l’Aou di Pisa come centro promotore. Dallo scorso 11 aprile sono stati selezionati i primi pazienti guariti che hanno fornito il proprio benestare alla donazione del plasma iperimmune da utilizzare sui malati di Covid-19. A ogni donatore verranno prelevati circa 600 ml di plasma che servirà poi per aiutare i pazienti ancora ricoverati.
Al protocollo della Toscana hanno aderito anche le Marche, in virtù di specifici accordi per la lavorazione del plasma come macroregione. I potenziali riceventi saranno selezionati dagli specialisti di riferimento coordinati dal dipartimento Malattie infettive dell’azienda ospedaliera Marche Nord.
Quella dell’11 aprile è la data che ha segnato l’annuncio del via ai test anche in Abruzzo. Come spiegato dal direttore del Centro regionale sangue, Pasquale Colamartino, «l’immunoterapia passiva, effettuata con l’impiego del plasma di pazienti guariti da Covid-19, potrebbe rappresentare un’opzione terapeutica promettente nel trattamento delle infezioni anche sulla base di precedenti esperienze con infezioni virali come Sars, Mers ed Ebola».
È stato infine il governatore della Puglia, Michele Emiliano, ad annunciare che la regione è pronta a sperimentare nei suoi ospedali «l’immunoterapia passiva con plasma dei pazienti convalescenti». Il protocollo ha ricevuto l’ok del Comitato etico dell’Aou del policlinico di Bari e sarà applicato nelle strutture presenti sull’intero territorio regionale.