I più aggiornati dati epidemiologici ci informano che in Europa stanno riemergendo alcune infezioni sessualmente trasmesse; tra queste, particolare rilevanza assume l’HIV(virus responsabile dell’AIDS).
Sebbene in Italia l’incidenza dell’infezione da HIV sia in lenta ma costante diminuzione, ogni anno nuove diagnosi vengono ancora registrate con maggiore incidenza nelle popolazioni a rischio, cioè le persone che si espongono a comportamenti a rischio, soprattutto nella fascia d’età compresa tra 25 e 50 anni (fonte Centro operativo AIDS, CoA-ISS).
La trasmissione sessuale rappresenta la modalità principale di diffusione dell’HIV in Italia. Inoltre, una parte significativa di persone scopre tardivamente di essere HIV positiva, quando è già in fase avanzata di malattia; questo può accadere perchè le persone non ritengono di essersi esposte ad un contatto a rischio di trasmissione dell’HIV.
le modalità di trasmissione del virus HIV sono:
- i rapporti sessuali non protetti da preservativo;
- il passaggio del virus da madre HIV positiva a feto/neonato (durante la gravidanza, il parto, l’allattamento)
- l’utilizzo di materiale per iniezione non monouso contaminato da sangue infetto.
Analoghe modalità di trasmissione sono responsabili della trasmissione della sifilide, di epatite B ed epatite C.
Comportamenti sessuali a rischio
la trasmissione del virus avviene attraverso il contatto tra liquidi biologici infetti (secrezioni vaginali, liquido precoitale, sperma, sangue) e mucose orali, vaginali ed anali, anche integre, durate i rapporti sessuali. Ulcerazioni e lesioni dei genitali causate da altre malattie possono far aumentare il rischio di contagio. Sono quindi a rischio di trasmissione HIV e di altre infezioni sessualmente trasmisse i rapporti sessuali (vaginali, anali, oro-genitali) non protetti dal preservativo, nonchè il contatto diretto tra genitali in presenza di secrezioni.
L’uso corretto del preservatico protegge dalla trasmissione dell’HIV e di altre infezioni sessualmente trasmesse. L’uso improprio o la rottura accidentale del preservativo riduce l’efficacia della protezione.
Cosa succede dopo la sua donazione
I test per la sicurezza del sangue
Per la sicurezza del paziente a cui è destinato, dopo ogni donazione, sul sangue donato vengono eseguiti i test per l’HIV, l’epatite B, l’epatite C e la sifilide. Questi test sono assolutamente sicuri ed accurati, purchè il donatore non si trovi nel “periodo finestra” (cioè quel lasso di tempo che intercorre dal momento dell’infezione alla positivizzazione dei test di laboratorio).
Durante questo periodo il test può essere negativo pur essendo la persona infetta e quindi già in grado di trasmettere l’infezione.